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mercoledì 28 febbraio 2018

Una campagna gratuita di screening e un incontro di approfondimento dedicati alle donne

UN INCONTRO INFORMATIVO DI APPROFONDIMENTO E UNA CAMPAGNA GRATUITA DI SCREENING: SYNLAB DEDICA UN'INTERA SETTIMANA ALLE DONNE #NELCUOREDIBRESCIA

HPV e tumore al collo dell'utero: un argomento di estrema attualità sul quale è bene che le donne facciano prevenzione per vincere una grande e importante battaglia

Brescia, 28 febbraio 2018 – Synlab quest'anno dedica un'intera settimana alla donna: si partirà lunedì 5 marzo con un convegno di approfondimento dal titolo "Donna contro Virus, partita vinta", incentrato sul tema dell'HPV e del cancro alla cervice uterina e si proseguirà lungo tutta la settimana con una campagna gratuita di screening.

Il convegno, che si terrà il 5 marzo alle ore 18:30 presso il Punto Prelievi di Via Marconi 9/11 a Brescia, vedrà la presenza di importanti relatori: Donatella AlbiniSpecialista in Ginecologia e Ostetricia a Brescia, Ottavio Di StefanoPresidente dell'Ordine dei Medici di Brescia, Marcello GambacortaResponsabile Anatomia Patologica Synlab Italia, Antonella NovaglioPresidente Collegio Ostetriche di Brescia e Emanuela PratiSpecialista in Ginecologia e Ostetricia a Brescia

La serata si svilupperà partendo da un'importante consapevolezza: dagli anni Ottanta è dimostrato che, nella quasi totalità dei casi, il tumore del collo dell'utero deriva da un'infezione persistente da alcuni ceppi (i cosiddetti "ceppi oncogeni") di Papillomavirus umano (HPV), oggi molto diffuso nella popolazione adulta (si stima che circa l'80% della popolazione contragga questo virus nel corso della vita). 

E' bene sapere che la maggior parte delle donne che entra in contatto con il virus è in grado di eliminare l'infezione grazie al proprio sistema immunitario, ma in una minoranza di pazienti questo non si verifica provocando il successivo sviluppo di lesioni precancerose che, se non individuate per tempo, possono evolvere in tumore. 

Per questo motivo, prevenire la formazione di tali lesioni o diagnosticarle e curarle precocemente permette di ridurre drasticamente e, quasi, di eliminare, l'insorgenza del tumore della cervice uterina.

Informarsi e prevenire ancora una volta risulta essere la soluzione vincente: per questo motivo Synlab ha scelto di promuovere nella stessa settimana del convegno (dal 5 al 9 marzo) una campagna gratuita di screening che permetterà di sottoporsi al test HPV RNA (pap test in fase liquida comprensivo di studio della presenza del virus con tecnica RNA). 

Per accedervi, è necessario prenotarsi entro martedì 6 marzo chiamando il numero 030.3757904 tra le ore 10:00 e le ore 12:00. 

Anche la partecipazione al convegno di lunedì 5 marzo sarà libera e gratuita, con richiesta di iscrizione attraverso la Segreteria Organizzativa: 
Sig. Igor Schiavon – Tel. 030 2316223 – igor.schiavon@synlab.it.



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Intestino in salute per vivere meglio, ecco il nuovissimo TestFlora a Villa Eden

Intestino in salute per vivere meglio, ecco il nuovissimo TestFlora a Villa Eden
Una innovativa analisi della flora batterica, proposta alla Medical Spa di Merano (BZ), consente di individuare i microrganismi
e intervenire in modo personalizzato su dieta e integratori

Il TestFlora, l'analisi che misura la salute della flora intestinale, viene proposto a Villa Eden Leading Park Retreat con una nuova formula innovativa, che mira a personalizzare la cura per ripristinare un corretto funzionamento dell'intestino. 

La vita frenetica e l'alimentazione sregolata in primis, ma anche il fumo, l'alcool e lo stress hanno effetti negativi sulla salute del nostro organo digestivo, e il suo disequilibrio può provocare disturbi molto fastidiosi. 

Stanchezza, gonfiore, meteorismo, stipsi e allergie sono molto spesso riconducibili ad una presenza, all'interno della flora intestinale, di un rapporto proporzionalmente scorretto tra batteri NAT e batteri PAT. 

Una semplificazione che sta ad indicare che ci sono microrganismi "buoni", e sono quelli naturali, e nocivi, cioè quelli patogeni.  

A Villa Eden si può effettuare un semplicissimo test, che consiste nell'analizzare un campione fecale, in modo da poter estrarre il DNA dei batteri intestinali. 

L'analisi è in questo caso più completa rispetto al Disbiosi Test con il prelievo di urine, perché il DNA dei batteri descrive nel dettaglio la presenza e la concentrazione di ogni tipologia. 

Tra i batteri amici dell'organismo si trovano, ad esempio, il Bifidobacterium e il Lactobacillus, mentre tra quelli tossici la Candida albicans e lo Staphilococcus aureus. 

Le loro proporzioni determinano la salute dell'organo, e quindi, come ben sappiamo, la salute dell'intero organismo. 

Perché un intestino regolare è uno dei primi indicatori di una buona forma fisica, nonché un lasciapassare per il buon umore. 

Una volta individuate le percentuali di concentrazione di batteri si può intervenire sulla terapia, in modo altamente personalizzato, attraverso la somministrazione di integratori e probiotici, e la cura dell'alimentazione, calibrando il tutto secondo le reali esigenze di ognuno. 

Mappare la nostra flora intestinale, e intervenire per correggerne i disequilibri, può aiutare a risolvere, con semplicità, molti disturbi.

Villa Eden Leading Park Retreat
via Winkel  68/70
39012  Merano (BZ)


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General Electric Healthcare Europa: l'italiana Chiara Cavallo è il nuovo Chief Strategy Officer

L'ITALIANA CHIARA CAVALLO È IL NUOVO CHIEF STRATEGY OFFICER DI GE HEALTHCARE EUROPA, DIVISIONE MEDICALE DI GENERAL ELECTRIC

Milano, 28 febbraio 2018 – A partire dal 26 febbraio 2018, Chiara Cavallo è il nuovo Chief Strategy Officer di GE Healthcare Europa, divisione medicale di General Electric, leader nel settore delle tecnologie medicali, dei farmaci diagnostici e dei sistemi digitali per la Sanità.

Nel suo nuovo ruolo, Chiara Cavallo dirigerà l'attività di sviluppo strategico e di marketing per l'intero mercato europeo di GE Healthcare. 

Sarà quindi responsabile dello sviluppo, della comunicazione, dell'esecuzione e del sostegno delle iniziative strategiche e di innovazione di GE Healthcare Europa.

Le sue competenze nel creare una visione condivisa degli obiettivi e nell'avviare nuovi progetti commerciali – unita alle precedenti esperienze maturate in GE – saranno una preziosa risorsa per sviluppare iniziative strategiche sia nel contesto nazionale, sia in quello più ampio di GE Healthcare Europa.

Dopo la laurea di Economia e un Master in Business Management presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Chiara Cavallo ha lavorato per sei anni come consulente strategico per Bain & Company. 

A partire dal 2009 è iniziato il suo percorso in General Electric, all'interno della divisione Oil & Gas, a capo del Turbomachinery Strategic Marketing team. 

In GE ha ricoperto diverse posizioni, assumendo sempre maggiori responsabilità. Nel 2012 è diventata Chief Marketing Officer dell'unità Power Conversion di GE, con l'obiettivo di posizionare la società come fornitore per l'elettrificazione e promuovere soluzioni digitali trasversali ai diversi segmenti di business, alle aree geografiche e ai mercati futuri. 

Compiti a cui, due anni dopo, si è aggiunta la responsabilità delle Relazioni esterne e interne dell'unità.

A partire dal 2016 ha esteso il suo campo di intervento, ricoprendo la posizione di Market Strategy & Analytics Center of Excellence Leader all'interno della divisione Energy Connections di GE.

Chiara Cavallo, 39 anni, assumerà il suo nuovo incarico e coordinerà l'attività di marketing di GE Healthcare continuando a operare dalla sede di Firenze, dove vive con il marito e una figlia di 3 anni.


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Fecondazione eterologa, il nuovo test di compatibilità genetica riduce di 150 volta il rischio di avere un figlio malato

Fecondazione eterologa, il nuovo test di compatibilità genetica riduce di 150 volte il rischio di avere un figlio malato
Il centro per la fertilità ProCrea lancia lo screening preventivo delle malattie recessive che verifica la combinazione dei patrimoni genetici tra donatore e ricevente per i casi di ovodonazione e ricorso a un donatore di seme

Nella fecondazione eterologa c'è un elemento in più per poter scegliere la donatrice o il donatore migliore: il confronto genetico. Il centro di medicina della riproduzione ProCrea di Lugano lancia il matching genetico per le coppie con problemi di infertilità che fanno ricorso ad un donatore di seme oppure all'ovodonazione

Una verifica di compatibilità genetica che va ben oltre i classici parametri di selezione dei donatori e delle donatrici. «È un esame approfondito con un solo obiettivo: ridurre da 1 su 200/300 a 1 su 30mila il rischio che il figlio possa presentare malattie genetiche recessive», precisa Marina Bellavia, ginecologa e specialista del centro Procrea.

Al gruppo sanguigno e alle caratteristiche fisiche per la scelta di un donatore ProCrea aggiunge lo screening preventivo delle malattie recessive. Concretamente, prosegue, «parliamo di un esame che prende in considerazione 550 geni responsabili di 650 malattie genetiche rare e raffronta la possibilità che la combinazione dei due patrimoni genetici possa dare origine a un bambino con una grave malattia genetica rara».

Per quanto definite come rare, le malattie genetiche recessive, che possono essere trasmesse da genitori ai figli, sono molte. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), esistono circa 8.000 malattie monogeniche diverse delle quali 1.100 recessive. 

Nei Paesi sviluppati queste malattie sono responsabili del 18% dei ricoveri pediatrici e del 20% della mortalità infantile. «Siamo tutti portatori sani di almeno tre malattie recessive gravi», aggiunge Giuditta Filippini direttore del laboratorio di genetica molecolare di ProCrea. «Spesso gli stessi genitori non sanno di essere portatori sani di una data malattia genetica, anche perché questo stato non comporta solitamente sintomi particolari».

Il matching genetico si effettua analizzando un normale campione di sangue delle persone interessate (donatrice o donatore e partner). 

«Dall'analisi otteniamo una serie di informazioni sul loro patrimonio genetico che permettono l'identificazione di circa 550 geni e delle varianti presenti su ognuno di esso - spiega Filippini -. Molte di queste varianti sono innocue, mentre alcune sono classificate come patogenetiche. Con l'ausilio di un particolare software e con la supervisione di un esperto in genetica medica, possiamo filtrare le varianti patogenetiche presenti sullo stesso gene in entrambi i genitori biologici. Questa condizione comporta un rischio molto alto (25%) di avere un bambino malato. L'esperienza del genetista è fondamentale nell'interpretazioni dei risultati e nella valutazione delle varianti individuate. Con il test di compatibilità il risultato è sorprendente: se non troviamo nessuna "compatibilità genetica" possiamo arrivare a diminuire il rischio di concepire figli malati fino a 150 volte rispetto a quanto riportato dalle statistiche».

Il test viene particolarmente consigliato nel caso della donazione dei gameti. In questo caso, infatti, se si dovesse presentare il caso di "compatibilità" per una malattia genetica, la scelta è molto semplice e indolore: cambiare il donatore di gameti. Da non dimenticare che «oggi guarire da una malattia genetica non è possibile. In questo caso è invece possibile prevenirla», conclude Filippini.

ProCrea - Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un'équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare, ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell'infertilità con tecniche d'avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8. 

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domenica 25 febbraio 2018

Sessualità e l’affettività nella disabilità: 10 marzo, incontro a Milano

COMIN organizza presso lo spazio We-Mi Venini un incontro dal titolo
"Tu mi turbi. Riflessioni aperte sulla sessualità
e l'affettività nella disabilità".

Intervengono tre professionisti ciascuno portavoce di un'esperienza professionale legata al mondo della disabilità: Priscilla Berardi medico e psicoterapeuta, Maximiliano Ulivieri responsabile del progetto LoveGiver e Pierluigi Lenzi, referente di Jump Cassero, unico gruppo attivo di disabili LGBT in Italia.

Milano, sabato 10 marzo alle 17:30 presso HUG in via Venini 83

Milano, 25 febbraio 2018 - Sabato 10 marzo alle 17:30 presso lo spazio We Mi Venini si terrà un incontro aperto al pubblico che aspira a raccogliere esperienze, dubbi, idee e soluzioni concrete per facilitare il diritto di accesso all'incontro sociale e alla relazione affettivo-sessuale nelle disabilità. 

La sessualità è tra i propulsori più potenti per la crescita personale, lo sviluppo della personalità e delle relazioni sociali. In quanto tale, lo sviluppo della sessualità dovrebbe essere uno degli obiettivi centrali nei supporti sociali forniti alle persone con disabilità, ma il tema, che ciclicamente riemerge dal "silenzio", sembra riproporre sempre possibilità, ma anche tante paure

"Riflettere su sessualità e affettività delle persone con disabilità vuol dire non considerare le persone disabili in quanto portatrici di un corpo malato, medicalizzato, negato e oggetto di cura, ma come soggetto di desiderio.
Ma vuol dire anche rompere il silenzio dietro cui si nascondono pregiudizi e tabù: le persone disabili, infatti, sono spesso considerate infantili o asessuate. Sarà forse una conseguenza del fatto che tra gli atteggiamenti più diffusi nei confronti delle persone disabili vi è il pietismo o compassione, che porta con sé appunto l'infantilizzazione della persona" spiega Emanuele Bana, presidente di COMIN.

Finché l'affettività è la sessualità continueranno a essere pensate come scomode e a turbare se riferite alle persone disabili, il loro diritto alla sessualità continuerà a essere taciuto, omesso o addirittura rimosso

I diritti sessuali di ogni essere umano devono essere rispettati, protetti e soddisfatti perché si possa raggiungere e mantenere la salute sessuale. Ma se entriamo nel merito del ruolo che assume la relazione sessuale e affettiva nella vita di persone con disabilità, affiorano ancor di più silenzi, tabù, turbamenti sociali molto profondi e radicati: un disabile si innamora? Si masturba? Può avere un rapporto sessuale completo? Può decidere da solo? Chi decide per lui? L'assistenza sessuale è prostituzione? È una costrizione? Un disabile può essere omosessuale? 

Continua Emanuele Bana: "Se nel pensiero comune sesso e disabilità è un binomio che non esiste, la nostra esperienza quotidiana a contatto con i disabili, minori e adulti, e con le loro famiglie ci dice che non è assolutamente così. Gli educatori di COMIN che in supervisione riportano i vissuti delle famiglie testimoniano uno spaccato che ha tante sfaccettature: dalla madre che in un momento di sfogo ammette di dover gestire le pulsioni sessuali del figlio disabile praticandogli la masturbazione a chi per contro lascia intendere che 'i panni sporchi si lavano in famiglia'". 

La serata di riflessione organizzata da COMIN ha da una parte l'obiettivo di offrire un'informazione più consapevole sulla disabilità, dall'altra quello di affinare gli strumenti che favoriscono un cambiamento culturale verso la ricerca di soluzioni concrete. Ovvero verso il pieno riconoscimento del diritto alla sessualità e all'affettività delle persone con disabilità. 

L'incontro è realizzato nell'ambito del progetto "Fuoriclasse: quando l'eccellenza è l'inclusione sociale" finanziato dalla Morgan Stanley International Foundation.  


COMIN – Chi siamo
La Cooperativa Sociale COMIN nasce nel 1975 a Milano allo scopo di realizzare interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà. I settori tradizionali dell'accoglienza in comunità e dell'assistenza domiciliare ai minori, nel corso degli anni, sono stati affiancati da interventi di promozione dell'affido familiare, del benessere e della coesione sociale di giovani e famiglie. Dal 1999 svolge anche interventi educativi domiciliari per minori e adulti con disabilità e le loro famiglie. Dal 2012 COMIN è Ente accreditato dal Comune di Milano per il servizio di assistenza educativa agli alunni disabili delle scuole di zona 2, 3 e 9. con progetti di coesione e supporto alle famiglie.
COMIN, oggi, è articolata in 5 Unità Territoriali [U.T. Milano, U.T. Ovest (Rhodense-Magentino), U.T. Pavese, U.T. Giussano, U.T. Martesana], che rappresentano la Cooperativa in ciascun territorio. Attraverso i suoi interventi, ogni anno, raggiunge oltre 2.000 persone tra beneficiari diretti e indiretti. Per COMIN benessere e disagio devono entrare in contatto e dialogare, alla ricerca comune di soluzioni creative che rispondano alle esigenze della collettività. Occorre, per questo, favorire occasioni d'incontro e relazione, dando vita a contesti comunitari che divengano progressivamente capaci di esprimere solidarietà tanto al loro interno quanto all'esterno.
COMIN conta oltre 200 soci tra lavoratori e volontari, a cui si aggiungono alcuni lavoratori non soci.

Comune di Milano
Il Comune di Milano partecipa al progetto We-Mi Venini attraverso la Direzione dell'Area Emergenze Sociali, Diritti ed Inclusione e, in particolare, attraverso due unità ad essa afferenti:


Ufficio Progetti: è l'ufficio che ha coordinato il progetto "Welfare di tutti" e che parteciperà al progetto per garantire la connessione con il portale, la supervisione dello spazio, la formazione degli operatori e il coordinamento con i referenti della comunicazione del sistema WeMi.


Ufficio Integrazione Sociale: è l'ufficio che gestisce il Centro Mediazione al Lavoro e che parteciperà al progetto per le azioni di accompagnamento all'inserimento lavorativo. Collaborerà con i servizi sociali professionali territoriali del Municipio 2 per individuare soggetti fragili da coinvolgere nei percorsi di formazione e tirocinio lavorativo. Il progetto Hug La fabbrica del Welfare è per l'amministrazione uno dei primi importanti risultati inattesi del progetto Welfare di tutti: nasce infatti dal basso e ha già trovato in autonomia le risorse per l'investimento iniziale, connette su uno stesso territorio soggetti con storie diverse.  



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Salute: General Electric - Radiazioni da esami medici: in Italia oltre 150 strutture dotate di innovativo software per monitoraggio e ottimizzazione

RADIAZIONI DA ESAMI MEDICI: IN ITALIA OLTRE 150 STRUTTURE DOTATE DI SOFTWARE PER MONITORAGGIO E OTTIMIZZAZIONE*

Progettato da GE Healthcare, il sistema DoseWatch monitora e consente di gestire la dose di radiazioni erogata ai pazienti durante Tac, radiografie e angiografie, fornendo così dati utili per un'ottimizzazione ed una conseguente riduzione di dose in percentuali che possono arrivare dal 15 al 30%.

I centri clinici si stanno attrezzando in particolar modo quest'anno visto il prossimo recepimento della Direttiva Europea Euratom 59/2013, che rafforza ulteriormente le indicazioni e le norme di sicurezza circa la radioesposizione dei pazienti e degli operatori sanitari.

Le tematiche al centro del dibattito del primo appuntamento 2018 del Dose & Talk Tour, oggi a Torino.

Torino, 25 febbraio 2018 Monitorare la dose di radiazioni erogata ai pazienti nel corso di esami medici e, quando possibile, ottimizzarla. È questo l'obiettivo del sistema DoseWatch, software progettato da General Electric Healthcare installato in oltre 150 strutture cliniche italiane, che in questi anni si sono preparate al recepimento della Direttiva Euratom 59/2013. 

La Direttiva Europea sarebbe dovuta entrare in vigore in Italia, come in tutti gli Stati Membri dell'Unione, a partire dal 6 febbraio di quest'anno con l'obiettivo di stabilire norme di sicurezza sulle radiazioni ionizzanti anche nel campo della salute.

La norma – che secondo le Società scientifiche dovrebbe essere recepita in Italia entro l'anno, nonostante il ritardo burocratico – richiede che l'esposizione alla dose radiante dei pazienti sia monitorata per ogni procedura clinica innescando un circolo virtuoso di ottimizzazione della dose stessa (giustificazione, standardizzazione, ottimizzazione) e che i pazienti potenzialmente più esposti possano essere identificati e correttamente seguiti mediante follow-up a medio e lungo termine. 

Un percorso che in diverse strutture del Paese ha già dato risultati incoraggianti, come dimostrato dal caso del Gruppo Humanitas di Rozzano (Milano) che grazie sia all'utilizzo di DoseWatch che alla definizione di un Progetto multidisciplinare di gestione della Dose – iniziato nel 2013 – è riuscito a standardizzare e ottimizzare i protocolli di diversi esami medici nei propri presidi ospedalieri, andando a ridurre la quantità di radiazioni somministrate in percentuali che vanno dal 15 al 30%.

Di questo si è parlato oggi a Torino nell'ambito della prima tappa 2018 del Dose & Talk Tour, un ciclo di incontri organizzati da GE Healthcare in diverse città italiane per fare il punto sui cambiamenti in corso in materia di gestione della dose con il mondo clinico.

DoseWatch è una soluzione digitale che consente l'invio dei dati dosimetrici da parte di apparecchiature diagnostiche (come Tac, angiografi o mammografi) a un server che li archivia e li elabora. 

Il sistema permette di monitorare e registrare in maniera automatica indici, livelli e parametri tecnici relativi alla dose somministrata con la possibilità di ottimizzarne l'utilizzo secondo principi "ALARA" (as low as reasonably achievable) in particolar modo nelle pratiche speciali e verso i soggetti più sensibili. 

I benefici in termini di sicurezza del paziente sono significativi: il personale sanitario e tecnico, ad esempio, è informato in tempo reale sulle esposizioni del paziente, con messaggi di warning ove queste siano elevate, soprattutto in presenza di procedure interventistiche complesse o di ripetute indagini.

Disponibile da settembre 2011 e seguito da un team dedicato di circa 60 persone, oggi DoseWatch conta più di 150 aziende sanitarie clienti attive in Italia (in Europa sono più di 600). 

L'ultima release del software, presentata come di consueto dall'azienda in occasione del Congresso mondiale RSNA alla fine dello scorso anno, presenta importanti novità: DoseWatch oggi infatti è in grado di effettuare una stima del calcolo della dose per organo sulla popolazione di pazienti pediatrici oltre che un'opportuna valutazione della dose ricevuta dal feto nel caso di esposizioni diagnostiche effettuate su pazienti in stato interessante.

Nel nostro Paese sono oltre 350 le apparecchiature connesse al software: il 62% sono Tac, il 20% dispositivi per radiologia interventistica, l'11% mammografi e il 7% apparecchiature per radiologia digitale.

La maggior parte delle strutture equipaggiate con il software DoseWatch hanno concentrato la propria attività sul monitoraggio della quantità di radiazioni erogate ai pazienti nel corso degli esami medici. Tra queste, diverse hanno già intrapreso un iter di standardizzazione ed ottimizzazione dei protocolli che ha consentito di ridurre la dose erogata in percentuali che variano rispetto al distretto anatomico e al quesito clinico dal 15 al 30%.

Negli ultimi anni, inoltre, l'attività di ricerca e sviluppo del settore biomedicale si è concentrata su dispositivi per imaging diagnostico sempre più efficienti, in grado di effettuare esami clinici di elevata qualità riducendo allo stesso tempo la dose di radiazioni erogate ai pazienti. In quest'ottica GE Healthcare ha realizzato tomografi computerizzati come Revolution CT e Revolution EVO: equipaggiati con la tecnologia Asir-V, sviluppata da GE, sono in grado di ridurre la dose di radiazioni erogate durante gli esami fino all'82%, preservando un'identica qualità dell'immagine.

"L'ottimizzazione della dose di radiazioni erogate ai pazienti durante gli esami medici è un'importante opportunità per la Sanità di oggi, non soltanto alla luce dell'entrata in vigore della Direttiva Euratom 59/2013", ha affermato Antonio Spera, Presidente e Ad di GE Healthcare Italia. 

"Grazie alle più moderne tecnologie digitali, la Sanità ha in mano tutti gli strumenti per vincere questa sfida. In quest'ottica siamo orgogliosi della diffusione del sistema DoseWatch in Italia, un fenomeno che dimostra come in questi anni le strutture del Paese si siano impegnate con decisione per rendere gli esami radiologici sempre più sicuri ed efficienti. La strada è ancora lunga, ma siamo convinti sia quella giusta".

*Informazioni rivolte ai professionisti del settore medico-sanitario


GE Healthcare
GE Healthcare è la divisione medicale di General Electric (NYSE: GE) con un fatturato di 19 miliardi di dollari, che sfrutta le potenzialità di dati e analytics per migliorare l'efficienza di hardware, software e biotecnologie. In qualità di società leader nella fornitura di apparecchiature di imaging medicale, con più di 100 anni di esperienza nel settore e oltre 50.000 dipendenti in 100 Paesi, GE Healthcare sta trasformando l'assistenza sanitaria offrendo risultati migliori per gli operatori del settore e i pazienti. 


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giovedì 22 febbraio 2018

Bambini e disabilità: al via la campagna Tutti Uguali

Dal 28 gennaio al 3 febbraio 2018
Tutti Uguali: 45542 per i bambini disabili del Camerun
Campagna con numero solidale per il centro Foyer de l'Esperance gestito da Dokita Onlus

C'è un posto nel sud del Camerun, a Sangmelima, dove con cura e dedizione si lavora ogni giorno perché i bambini siano davvero "tutti uguali", nonostante la disabilità, nonostante la miseria.
Si chiama Foyer de l'Esperance ed è un centro sanitario gestito dall'organizzazione umanitaria Dokita Onlus che ogni anno accoglie e cura, con terapie mediche e riabilitative ma anche con affetto e calore umano, oltre 1.500 bambini e ragazzi con disabilità.
La responsabile della struttura è Suor Laura Figueroa, infermiera missionaria della Congregazione delle Figlie dell'Immacolata Concezione e controparte locale di Dokita da oltre trent'anni, punto di riferimento per migliaia di bambini "speciali".
Dal 28 gennaio al 3 febbraio è possibile sostenere il Foyer de l'Esperance partecipando alla campagna di Dokita Onlus "Tutti Uguali". Inviando un sms al numero solidale 45542 si possono donare 2 euro, chiamando da rete fissa 2 o 5 euro.

I fondi raccolti, in particolare, serviranno per acquistare apparecchiature per le cure fisioterapiche e per il laboratorio di confezionamento delle protesi. Le donazioni, inoltre, sosterranno percorsi di supporto scolastico per l'istruzione primaria di bambini disabili e diversi progetti di integrazione sociale e culturale.
L'Unicef stima che in Camerun il 23% dei bambini di età compresa tra due e nove anni abbia almeno un tipo di disabilità, e che il 65% di loro l'abbia acquisita attraverso malattie come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo.
Essere un bambino disabile in questo Paese significa nella maggioranza dei casi non avere alcuna possibilità di recupero né accesso all'istruzione ed essere quindi condannato a un futuro di emarginazione e abbandono
Le strutture sanitarie in grado di assistere i ragazzi con bisogni speciali, infatti, sono pochissime e molto costose. Spesso, inoltre, sono le famiglie stesse ad allontanare i bambini disabili sia per mancanza di risorse economiche sia per retaggi culturali.
Proprio per dare risposta alla scarsità di assistenza sanitaria per questi bambini in Camerun, più di 35 anni fa Dokita ha dato vita a diversi centri specializzati. 
Oggi, oltre al Foyer de l'Esperance, la onlus gestisce anche un'altra struttura specializzata nella riabilitazione e nell'assistenza di persone con disabilità ad Ebolowa, il Foyer Pere Monti, e una scuola-centro di accoglienza per bambini ciechi a Yaoundè, la Promhandicam. 
Complessivamente sono circa 6.000 i beneficiari del progetto disabilità realizzato da Dokita in Camerun.

Dal 28 gennaio al 3 febbraio 2018, numero solidale: 45542
Si potranno donare 2 euro con SMS da cellulare personale Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali; 5 euro con chiamata da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze e PosteMobile; 2 o 5 euro con chiamata da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

martedì 20 febbraio 2018

Sanità, Francesca Ulivi (Lista Gori Presidente): “invio di email di propaganda pro-gallera ai pazienti un fatto grave. Da malata non mi sento rispettata”

SANITA', FRANCESCA ULIVI (LISTA GORI PRESIDENTE): "INVIO DI EMAIL DI PROPAGANDA PRO-GALLERA AI PAZIENTI UN FATTO GRAVE. DA MALATA NON MI SENTO RISPETTATA"


Milano, 20 febbraio 2018 - «L'invio di email di propaganda pro-Gallera ai propri pazienti da parte dell'oncologo Alessandro Testori è un fatto molto grave, lesivo e irrispettoso della privacy e dell'umanità dei malati. Io sono una malata cronica, e da malata mi sento offesa, oltreché essere furibonda: noi non siamo una mailing List di un ospedale o di un medico, siamo persone con una dignità e con una privacy che le istituzioni devono rispettare» - così Francesca Ulivi, malata cronica di varie malattie autoimmuni, degenerative ed inguaribili, attivista per i diritti dei malati e candidata alle Regionali Lombardia in lista Gori Presidente prende posizione sul caso dell'email propagandistica in favore di Giulio Gallera, assessore alla Sanità uscente, e candidato in quota FI, inviata da Alessandro Testori, medico e oncologo, ai suoi pazienti - «Da malata, come posso fidarmi di un rappresentante politico che attua un'ingerenza così prepotente sulla vita dei malati stessi, che di fatto non li rispetta? Sono anche io candidata, e nei miei anni di attivismo a tutela dei diritti dei malati e di esperienza diretta ho conosciuto decine di medici, che hanno migliaia di pazienti ciascuno. Mai mi sarei sognata di chiedere propaganda, per rispetto di me stessa, dei malati come me e di tutta la categoria dei medici.»

lunedì 19 febbraio 2018

Diabete: un modello matematico fa luce sulle cause della malattia

Investigati i meccanismi responsabili del difetto di secrezione insulinica nei pazienti diabetici. 

Lo studio, coordinato dall'Istituto di neuroscienze del Cnr di Padova, migliora la comprensione di questa malattia integrando studi in vitro e in vivo e superando i limiti degli approcci puramente sperimentali. 

I risultati sono stati pubblicati su 'Diabetes'. 

Il diabete è una malattia metabolica caratterizzata da aumentati livelli di glucosio nel sangue, che costituiscono un importante fattore di rischio per complicanze cardiovascolari, renali e retiniche. 

Due principali fattori concorrono a produrre gli elevati livelli di glucosio: la diminuita capacità di azione dell'insulina e un difetto delle cellule del pancreas (le beta-cellule) che secernono insufficienti quantità di insulina (o 'di questo ormone'). 

Sebbene nella letteratura scientifica siano presenti studi in vivo, nonché ricerche in vitro sul difetto di secrezione insulinica, è ancora in buona parte sconosciuta la dinamica dei processi responsabili del difetto beta-cellulare che caratterizza questa malattia. Una fondamentale difficoltà di queste ricerche è infatti l'impossibilità di adottare in vivo, nell'uomo, le tecniche d'indagine usate in laboratorio.

Grazie a uno studio, coordinato dall'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Padova in collaborazione con l'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e le università di Pisa e di Pittsburgh (Usa), è stato possibile confrontare i risultati ottenuti in vitro con quelli su pazienti diabetici ed avere conferma dei meccanismi responsabili del difetto di secrezione insulinica, fondamentale nello sviluppo del diabete di tipo 2, la forma più comune che interessa il 90% dei casi e che si sviluppa prevalentemente a partire dai 40 anni di età. I risultati sono stati pubblicati su 'Diabetes'.

"Nella letteratura scientifica sono presenti studi in vivo sul ruolo della disfunzione delle beta-cellule, mentre la ricerca in vitro ha chiarito i meccanismi chiave (detti di 'attivazione' e 'amplificazione') che controllano la secrezione di insulina", spiega Andrea Mari, ricercatore dell'In-Cnr e co-autore dello studio, ora pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale 'Diabetes'. 

"Attraverso l'analisi dei dati ottenuti dagli studi in vitro, abbiamo sviluppato un modello matematico che rappresenta i meccanismi secretori della beta-cellula normale. Lo stesso modello è poi stato utilizzato con successo per simulare le risposte secretorie ottenute in una serie di esperimenti classici sull'uomo, dimostrando la congruità tra gli studi in vitro e quelli in vivo".

"Basandoci su questa coerenza interpretativa, siamo stati in grado di verificare che la risposta diabetica dipende dai meccanismi di amplificazione della secrezione, mentre quelli di attivazione non appaiono coinvolti", conclude Eleonora Grespan, dell'In-Cnr. 

"La ricerca, inoltre, conferma il potenziale applicativo dei modelli matematici nella comprensione della fisiopatologia, in particolar modo quando gli studi in vivo sono limitati da ragioni pratiche o etiche e nei casi in cui l'analisi di molteplici condizioni sperimentali rappresenti la chiave per comprendere i difetti funzionali a livello cellulare".

Roma, 19 febbraio 2018

La scheda

Chi: Istituto di neuroscienze di Padova (In-Cnr)
Che cosa: Un modello matematico spiega il difetto di secrezione insulinica tipico del diabete: Defective Amplifying Pathway of β-cell Secretory Response to Glucose in Type 2 Diabetes: Integrated Modeling of in vitro and in vivo Evidence. Grespan Eleonora, Giorgino Toni, Arslanian Silva, Natali Andrea, Ferrannini Ele, Mari Andrea.


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sabato 17 febbraio 2018

Malati cronici: "Medici Insubria" e"In.Salute" unico caso in Lombardia con già 4.000 pazienti presi in carico


MALATI CRONICI: "MEDICI INSUBRIA" E "IN.SALUTE" UNICO CASO IN LOMBARDIA CON GIA' 4.000 PAZIENTI PRESI IN CARICO


In meno di un mese 460 medici coinvolti dalle cooperative nell' innovativo servizio di assistenza personalizzata.


Appiano Gentile (Como), 17 Febbraio 2018. Sono già 4.000 i pazienti presi in carico da "Medici Insubria" e "In.Salute", le due cooperative di medici lombarde che offrono un innovativo servizio di assistenza completa e continuativa al paziente cronico, grazie al coinvolgimento di ben 460 medici di medicina generale delle province di Como, Varese, Sondrio, Bergamo, Brescia e Monza–Brianza. Un risultato importante, a meno di un mese dall'inizio del progetto di Regione Lombardia per la presa in carico dei pazienti cronici.

"I pazienti cronici sono in costante crescita, per l'invecchiamento della popolazione e l'allungamento dell'aspettativa di vita: in Lombardia sono ben 3.300.000, il 30 per cento dell'intera popolazione. Il paziente cronico necessita di servizi personalizzati, innovativi ed efficienti, che permettano di gestire controlli regolari, monitoraggio continuo delle terapie, preservando la qualità della vita." commenta Giovanna Scienza, Vice Presidente di Medici Insubria.

"Per questo proponiamo un modello basato sulla "medicina d'iniziativa": è il nostro centro servizi ad accompagnare il paziente in tutte le fasi del percorso di cura, nella gestione di tutti gli adempimenti burocratici collegati alla patologia. Questo sistema di rete di presa in carico migliorerà in maniera significativa la qualità di vita del paziente cronico; significherà meno stress, meno file e attese" ha aggiunto Giovanni Rolfi, Presidente di In.Salute.


Medici Insubria e In.Salute mettono il paziente al centro, facilitando il percorso di presa in carico, facendo da "ponte" tra i medici di medicina generale, i loro assistiti e le strutture erogatrici di cure e servizi. 

Le cooperative propongono, attuando la riforma sanitaria lombarda relativa alla presa in carico dei pazienti cronici, un modello innovativo: prima il paziente si rivolgeva al proprio medico quando lo riteneva necessario e doveva prenotare da solo visite ed esami. 

Ora sono le cooperative a seguire i pazienti passo passo: il medico redige il Piano Assistenziale Individuale (PAI), il centro Servizi delle cooperative monitora il percorso di cura del paziente avvisandolo di passare in ambulatorio a ritirare le impegnative, prenotano visite ed esami e verificano l'esecuzione delle prestazioni. 

Risultato? Maggiore qualità delle cure, un'assistenza davvero personalizzata, capace di non far "sentire solo" il paziente, e uno strumento organizzativo efficiente per supportare i medici di medicina generale nello svolgimento del loro lavoro. 




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Salute: Diagnosi precoce del tumore al cervello tramite bio-marcatori del sangue: MTA Italy nella cordata del progetto europeo

DIAGNOSI PRECOCE DEL GLIOMA: UN NUOVO PROTOCOLLO PERMETTE DI EFFETTUARLA TRAMITE MARCATORI DEL SANGUE

MTA ITALY PARTNER ITALIANA DEL PROGETTO GUIDATO DALL'UNIVERSITÀ DI PLYMOUTH

Un progetto sperimentale basato sulla formazione di un gruppo di neolaureati e giovani ricercatori in grado di elaborare una diagnosi precoce del tumore al cervello attraverso un normale prelievo sanguigno: questo l'obiettivo di AiPBAND, progetto finanziato dall'Unione Europea con 3,7 milioni di euro e coordinato da un gruppo di Università, istituti di ricerca e partner industriali europei guidati dall'Università di Plymouth. Tra essi, l'italiana MTA Italy, prima e fino ad ora unica Organizzazione di Ricerca a Contratto (CRO) italiana beneficiaria di fondi europei in virtù delle competenze acquisite nell'ambito della sperimentazione clinica.

Il ruolo di MTA Italy è quello di supporto ad Università, società scientifiche e cliniche di ricerca nella messa a punto di protocolli per studi clinici innovativi, facendosi carico della loro realizzazione. Nella fattispecie di AiPBAND, l'obiettivo è quello di mettere a punto un innovativo modello diagnostico per il glioma, neoplasia dell'encefalo che oggi rappresenta circa l'80% dei tumori primari al cervello e il 30% circa di quelli maligni, colpendo circa 25mila persone all'anno in Europa.

Le metodologie diagnostiche attuali sono basate su indagini sofisticate ma laboriose, costose e non sempre sufficientemente sensibili. Con l'utilizzo dei bio-marcatori sarà possibile procedere alla diagnosi – basata sulle più avanzate conoscenze della biologia cellulare e molecolare - con un normale prelievo sanguigno.

MTA Italy svilupperà i protocolli clinici, organizzando e gestendo direttamente la sperimentazione per la validazione clinica del nuovo sistema diagnostico, fornendo la dovuta formazione teorica e pratica al gruppo di 14 neo-ricercatori altamente specializzati in un'ottica fortemente interdisciplinare per il futuro sviluppo e utilizzo di approcci diagnostici e clinici integrati altamente innovativi. L'obiettivo ancor più ambizioso è quello di fornire un modello diagnostico applicabile a molti altri tipi di tumori solidi per i quali esista una buona caratterizzazione biomolecolare e cellulare.

La selezione dei giovani ricercatori, che saranno impegnati per tre anni  sotto la guida dei gruppi di ricerca dei partner del progetto, è in corso: i primi risultati nell'identificazione dei nuovi bio-marcatori sono attesi per la fine del 2019, mentre la loro validazione clinica sarà disponibile per l'anno successivo.

Il progetto AiPBAND, finanziato dall'Unione Europea nell'ambito dei finanziamenti Horizon 2020, è stato valutato con il massimo del punteggio per la qualità ed innovatività sia del progetto di ricerca che delle interazioni e interscambi tra i membri partecipanti; per l'efficacia sia nella diagnosi di una malattia ad alto impatto sociale che nella formazione per i giovani ricercatori coinvolti; per la qualifica di ciascun membro partecipante e per l'applicabilità alla pratica clinica corrente.

I beneficiari, capeggiati dall'Università di Plymouth, sono 9 Università e Istituti di Ricerca con sede in Uk, Italia, Svezia e Belgio e 3 aziende private, una olandese e 2 italiane tra cui, appunto, MTA Italy.

"Mi sono sentita onorata riporta il Direttore Scientifico di MTA Cristina Morelli al rientro dalla riunione di inizio ufficiale del progetto tenutasi a Plymouth alla fine di gennaio- per l'attenzione e l'interesse dei partecipanti, rappresentanti gli 11 partners coinvolti nel progetto, nei confronti della nostra attività e del supporto che una ricerca clinica modellata sulle esigenze della ricerca di base può fornire al rapido avanzamento nella comprensione dei meccanismi cellulari e molecolari alla base della patologia neoplastica. La percezione della ricerca clinica come un vincolo dovuto ed estremamente costoso, scissa ed indipendente rispetto alla ricerca di base viene superata nell'ambito di AiPBAND dove ricercatori di grande spessore scientifico, ingegneri di dispositivi micro e nano-strutturati, bio-informatici si confrontano ed interagiscono per approcciare la ricerca clinica in un'ottica di supporto costruttivo alle loro attività con il contributo e sfruttando le competenze di MTA.  MTA Italy infatti – continua la Direttrice - è più di una classica CRO:  non solo  fornisce tutti i servizi per la gestione ed il coordinamento di studi clinici su scala nazionale e globale ad industrie farmaceutiche, a produttori di dispositivi medici e nelle biotecnologie,  ma è in grado di sviluppare l'impostazione metodologica adeguata per studi clinici "non convenzionali" grazie al suo  staff altamente qualificato, con formazione universitaria diversificata. La passione e la capacità ad affrontare situazioni non convenzionali e lo spirito pionieristico sono il faro di MTA: provare gusto a fare il proprio lavoro, specialmente quando la strada non è ancora tracciata e tutto è dunque irrimediabilmente più difficile".


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giovedì 15 febbraio 2018

Miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Ministro Lorenzin firma Protocollo d’intesa con Società Italiana di Medicina del Lavoro

Miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. 

Ministro Lorenzin firma Protocollo d'intesa con Società Italiana di Medicina del Lavoro. 


È stato firmato oggi dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e il presidente della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), Francesco Violante un Protocollo d'intesa per programmare, promuovere ed intraprendere attività comuni per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori e per la riduzione delle disuguaglianze di salute.

"Con questo protocollo affrontiamo il tema della salute del lavoro – dichiara il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - che è una questione importantissima nel nostro Paese. Salute del lavoro vuol dire prevenzione di tutti gli incidenti ma anche aiutare i lavoratori a stare in salute attraverso l'adesione alle attività di screening e la promozione di corretti stili di vita".

"Questo protocollo è importantissimo – ha affermato il presidente della SIML, Francesco Violante - perché permetterà di mettere al servizio delle politiche sanitarie pubbliche un nutrito gruppo di specialisti che si occuperanno, non solo degli obblighi che riguardano la tutela e la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma soprattutto del tema della promozione della salute declinato in tutte le sue caratteristiche con un'attenzione particolare ai temi di genere".

I principali temi sui quali è incentrata la collaborazione della SIML nel contesto del protocollo d'intesa sono:

- nell'ambito della sorveglianza sanitaria effettuata dai Medici del Lavoro: la prevenzione di malattie croniche non trasmissibili, il supporto alla adesione alle attività di screening, la promozione di corretti stili di vita
- la valorizzazione dell'approccio scientifico alla tematica della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e proposta di misure, di provata efficacia, per la riduzione dei fattori di rischio di malattia ed infortunio nei luoghi di lavoro
- la definizione e la gestione, basata su evidenze scientifiche, delle azioni prioritarie volte al controllo dei rischi lavorativi
-  la definizione di un quadro normativo semplice ed efficace per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro italiani, anche alla luce delle migliori esperienze presenti negli altri Paesi ad economia avanzata
-  l'analisi delle evidenze scientifiche sui rapporti tra insediamenti produttivi e salute della popolazione
La sottoscrizione del predetto Protocollo d'intesa non comporterà oneri economici per il Ministero della Salute né per il Servizio Sanitario Nazionale.


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martedì 13 febbraio 2018

Giornata nazionale UniVax: “Vacciniamo i ragazzi contro l’epidemia di bufale sui vaccini”

Giornata nazionale UniVax: "Vacciniamo i ragazzi contro l'epidemia di bufale sui vaccini"

La confusione sui vaccini alimentata dalle molte bufale che circolano in Rete è pericolosa perché può portare a comportamenti dannosi per la salute
Come proteggersi da questo rischio? 

La Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA) ha pensato a una sorta di "vaccinazione" contro l'epidemia di fake news sui vaccini. Il farmaco da somministrare in questo caso è una discussione libera ma scientificamente informata sull'argomento.

E' nato così il progetto UniVax Day: una giornata - che si svolgerà nelle principali Università italiane fra il 15 e il 16 Febbraio - dedicata ai ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori per affrontare il tema sulla base delle evidenze scientifiche di cui disponiamo oggi.

Gli esperti (immunologi, infettivologi, igienisti, microbiologi) incontrano i ragazzi per parlare di come funzionano i vaccini, quali vantaggi danno e quali rischi comportano, del perché vanno somministrati e a chi, ma anche per ascoltare i dubbi degli studenti e rispondere alle loro domande. 

"UniVax Day - dice Angela Santoni, presidente della SIICA - avrà una cadenza annuale e si svolgerà in contemporanea e con un programma analogo in vari Atenei italiani. Lo scopo è rendere i giovani più consapevoli dell'efficacia e dei rischi delle vaccinazioni, riportando il tema all'interno di un discorso scientifico ed evitando che diventi un problema ideologico o politico".

Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno grazie ai vaccini si prevengono da 2 a 3 milioni di morti nel mondo. "Il vaccino – prosegue Santoni – non è un farmaco come gli altri perché non protegge solo la persona che lo assume, ma, impedendo la circolazione dell'agente infettivo, protegge anche tutti gli altri, comprese le persone più fragili come i bambini che hanno un sistema immunitario compromesso". 

Tuttavia, quando le persone smettono di vaccinarsi, malattie infettive che oggi nei Paesi come il nostro sono diventate rare - come la difterite, il morbillo, la parotite, la poliomielite - possono tornare facilmente ad essere una minaccia. La copertura vaccinale in Italia per alcune malattie infettive è ancora al di sotto della soglia considerata dall'OMS indispensabile per la protezione della popolazione.

L'UniVax Day 2018 si svolgerà il 16 Febbraio all'Università Sapienza di Roma e alle Università di Genova, Brescia, Torino, Verona, Udine, Firenze, Catanzaro, Palermo. Il 15 Febbraio all'Università di Messina, il 21 all'Università di Ancona. A Milano due appuntamenti: il 21 all'Humanitas University e il 23 all'Università degli Studi. Si prevede che parteciperanno circa 5.000 studenti.

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sabato 10 febbraio 2018

Sanremo, l’acqua migliora la qualità della voce

Sanremo, l'acqua migliora la qualità della voce

Secondo gli studi condotti da un gruppo di ricercatori di Pretoria l'idratazione è la soluzione ideale per preservare la voce. 



E' risaputo che bere almeno otto bicchieri d'acqua al giorno sia la soluzione consigliata per permettere al nostro organismo di rimanere idratato e apportare una serie di benefici per la salute, ma non tutti sanno cosa fare per preservare la qualità della voce

Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Pretoria in Sudafrica che ha analizzato oltre dieci anni di pubblicazioni sull'argomento, l'acqua rappresenta la più semplice e la più efficace soluzione per migliorare la qualità della voce.

E' quanto riporta In a Bottle sul rapporto idratazione e salute vocale in occasione del Festival di Sanremo.

Sono stati cercati cinque database utilizzando le parole chiave "idratazione della piega vocale", "qualità della voce", "disidratazione della piega vocale" e "terapia della voce igienica". 

Tutti gli studi presi in considerazione sono stati analizzati in base a livelli di evidenza e indicatori di qualità della American Speech-Language-Hearing Association.

Analizzando parametri acustici è emerso che l'acqua è senza dubbio il mezzo naturale più efficace per preservare la salute della voce in particolare. 

Effetti positivi sono stati confermati anche dall'inalazione del vapore e dalla nebulizzazione di soluzioni isotoniche. 

Questi risultati sono stati testati dai ricercatori di Pretoria su un gruppo di giovani studentesse di canto, che rispetto alle colleghe meno idratate hanno dimostrato una capacità acustica migliore e maggiormente prolungata.

La letteratura recente si sta specializzando sempre più sul tema del idratazione legato a quello della voce. Da quasi la totalità dei testi del settore emerge che in un programma di igiene vocale l'acqua rappresenta uno degli elementi indispensabili.



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