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giovedì 12 maggio 2016

La Cultura per la Cura al convegno PATOLOGIA DELL'APPARATO DIGERENTE GIPAD-GIRCG (Forlì,20 maggio)

La Cultura per la Cura al convegno
PATOLOGIA DELL'APPARATO DIGERENTE GIPAD-GIRCG (Forlì,20 maggio)
 
 

Grazie alla collaborazione del gruppo Ausl Romagna Cultura, quattro plastici anatomici del XIX secolo, provenienti da Ravenna, verranno esposti per la prima volta durante i lavori del Convegno.
La cultura e la fruizione dell’arte, è scientificamente provato, influenzano positivamente la salute psicofisica delle persone e in Italia, patria della bellezza, questa “medicina” potrebbe essere davvero alla portata di tutti. A tal fine, il gruppo Ausl Romagna Cultura ha deciso di utilizzare anche i convegni scientifici per far conoscere e valorizzare le opere del bellissimo patrimonio artistico dell’Ausl Romagna.
La prima occasione si presenterà con il convegno “PATOLOGIA DELL'APPARATO DIGERENTE GIPAD-GIRCG” che si terrà a Forlì il 20 maggio, presso la sala Pieratelli dell’ospedale, evento organizzato con il patrocinio del Comune di Forlì, Assessorato alle Politiche Sociali e di Promozione della Salute Gruppo Italiano di Ricerca del Cancro Gastrico,Gruppo Italiano dei Patologi dell'Apparato Digerente, Ordine dei Medici della Provincia di Forlì-Cesena, SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA-ROMAGNA, Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna.
I  quattro plastici anatomici che verranno esposti – spiega il dottor Stefano De Carolis -  fanno parte di una serie di ventinove pezzi un tempo appartenente alla Scuola Infermieri di Ravenna (già situata in via Palestro 4), nella quale era collocata ed esposta al pubblico almeno dagli anni Settanta del secolo scorso. Restaurati a cura della dott.ssa Sonia Muzzarelli, coordinatrice dell’area patrimonio storico-artistico-archivistico del neonato Gruppo Cultura AUSL Romagna, sono databili alla seconda metà dell’Ottocento e tuttora in attesa di un’adeguata ricollocazione in una delle sedi storiche dell’AUSL della Romagna. I ventinove plastici anatomici sono tutti della stessa fattura, anche se di misure diverse. Sono in gesso policromo, incorniciati da una cassetta lignea e protetti anteriormente da un vetro; riproducono vere e proprie preparazioni anatomiche di vari organi, apparati o segmenti corporei. I vetri di protezione e la presenza di una fitta e minuta numerazione – che doveva rimandare a perdute didascalie manoscritte o a stampa – testimoniano inequivocabilmente la loro funzione didattica e la volontà di preservarli intatti nel tempo, al servizio di discenti sempre più numerosi.”
“Con la loro precisione “fotografica”  - prosegue De Carolis - questi plastici richiamano la grande tradizione ceroplastica europea, che si sviluppò fra Seicento e Settecento e che in Italia fu praticata da maestri ceraiuoli di eccezionale abilità, come il siracusano Gaetano Giulio Zumbo (1656-1701), il fiorentino Clemente Susini (1754-1814) e i bolognesi Ercole Lelli (1702-1766), Giovanni Manzolini (1700-1755) e Anna Morandi Manzolini (1716-1774). La difficoltà di conservazione dei preparati anatomici tradizionali fu in quell’epoca superata utilizzando la cera come materiale di modellazione: con essa si riproducevano forme e pezzi anatomici che – per la loro straordinaria fedeltà all’originale e la minore deteriorabilità – venivano soprattutto utilizzati a scopo didattico. Tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo le cere anatomiche persero gran parte della loro popolarità, soppiantate da materiali di minore efficacia riproduttiva ma di maggiore robustezza come il gesso e la terracotta, riproducibili in serie e quindi ancor meglio fruibili per l’insegnamento.”
 
“Sono personalmente soddisfatto – spiega il dottor Luca Saragoni , organizzatore dell’evento – che questo convegno scientifico venga svolto in collaborazione con il gruppo Ausl Romagna Cultura. E' il momento in cui la medicina e le professioni sanitarie stanno riscoprendo e riaffermando i loro bisogni: l'arte, la letteratura, la filosofia come nuovi strumenti per "fare salute", per creare un modo nuovo di parlare di cura, per rifondare anche una lingua della pratica clinica. Questa iniziativa è inoltre perfettamente in linea con lo slogan dell’Ausl Romagna “insieme per le vie della cura”.
 

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