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lunedì 11 novembre 2013

Ministro Lorenzin alla Giornata nazionale per la ricerca sul cancro

Ministero della Salute

 

 

Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta alla Cerimonia di Celebrazione della Giornata Nazionale per la Ricerca sul Cancro che si è svolta oggi, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Di seguito il discorso pronunciato dal Ministro Beatrice Lorenzin

 

"Desidero rivolgere un sentito e grato saluto al signor Presidente della Repubblica, alle autorità presenti, al presidente dell'Airc , agli scienziati e ai ricercatori italiani  per questo evento che ci permette di focalizzare la nostra attenzione  sulle strategie di cura e prevenzione del cancro, sicuramente dal punto di vista scientifico e sanitario, ma con una particolare sensibilità all'umanizzazione delle cure. Questa giornata ci permette di  evidenziare il rapporto  della persona  con il Servizio sanitario nazionale nel momento della sua  massima fragilità, quando cioè scopre di avere una malattia ancora oggi ritenuta terribile come il tumore, e diventa un paziente.

Soltanto pochi anni fa ognuno di noi, di fronte alla scoperta di dover combattere contro il cancro, veniva colto dalla paura, per se e per i propri cari. Pensava che non sarebbe stato possibile uscire dalla malattia. Ricordo ancora quando da bambina sentivo parlare di questa patologia che veniva chiamata " brutto male", ricordo i libri  in cui si cominciava a rimuovere il tabù di una malattia di cui si aveva paura anche a pronunciarne il nome. Tanti bei film, come Voglia di tenerezza o Nemiche Amiche, in cui si affrontava il tema  con coraggio anche se, per ognuno di noi l'irruzione nella propria vita del cancro era il peggiore degli incubi.

Sono passati vent'anni da allora  ed è cambiato il mondo rispetto alla paura e alla prospettiva di dover affrontare un tumore: è ancora una malattia che ci spaventa, ma oggi si può curare. E' una malattia dalla quale fortunatamente  sempre più spesso si guarisce. Questo cambio radicale di prospettiva è testimoniato dagli esiti , abbiamo dati sempre più  confortanti.  Sono 1,3 milioni di italiani guariti dalla malattia, dunque non più "il male incurabile" ma sempre più una malattia cronica. Per questo non basta prevenire il tumore, scoprirlo e curarlo; è necessario impostare un approccio integrato e multidisciplinare per favorire il completamento del processo riabilitativo. I dati ci dicono che i tumori colpiscono prevalentemente in età adulta-avanzata. Il sistema deve fornire risposte ai pazienti in età lavorativa. A queste persone occorre assicurare il sostentamento proprio e familiare, conciliando contestualmente le esigenze lavorative con quella di doversi sottoporre a interventi di follow up di controllo dell'evoluzione della malattia o ai trattamenti terapeutici.

Le statistiche ci dicono che in Italia la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore ha raggiunto il 53%, con una riduzione della mortalità in tutte le aree del Paese. Questa percentuale di sopravvivenza pone l'Italia al terzo posto in Europa, nonostante una popolazione in costante invecchiamento. Un esempio: in Italia nel 1990 morivano 40 donne ogni 100 mila colpite dal tumore alla mammella; oggi sono 20, la metà. Progressi di analoghe proporzioni sono stati registrati per le patologie come il tumore del colon-retto e arriviamo all'80% di sopravvivenza nel caso del tumore della cervice uterina.

I livelli di risposta della popolazione verso l'attività di prevenzione sono più che incoraggianti, lo evinciamo sempre dai dati relativi al tumore alla mammella: in un anno sono state circa 1,5 milioni le donne tra i 50 e i 69 anni sottoposte a screening. Studi specifici promossi dal ministero dimostrano che i programmi di screening riducono di oltre il 45% la mortalità.

Come dimostrano queste cifre, per quanto riguarda i tumori che aggrediscono sia le donne che gli uomini sono stati fatti passi da gigante. Da una parte grazie alla ricerca scientifica, alle nuove scoperte terapeutiche e alle cure, dall'altra grazie all'opera costante di sensibilizzazione alla diagnosi precoce,  sconfiggendo un'altra  paura, quella che ci  paralizza: scoprire la malattia.

La prevenzione è l'arma migliore che abbiamo per sconfiggere il cancro. Deve far parte della nostra vita, delle nostre abitudini: stili di vita, alimentazione, sport, attività di screening, la cura dell'ambiente. Dobbiamo insegnare ai bambini e ai loro genitori che la prevenzione è un dovere e non una scelta, fa parte dei doveri civici che ognuno di noi  assume nei confronti di se stesso e della società. La sfida della sostenibilità del nostro sistema sanitario passa dall'assicurare prestazioni appropriate e allo stesso tempo mantenere tutti il più sani possibile.  Rimane centrale in un programma integrato di prevenzione, quella secondaria: gli screening  e controlli, rappresentano un appuntamento ineludibile per tutta la popolazione. La prevenzione ha permesso a milioni di donne di prendere in  tempo una malattia che solo qualche anno fa le avrebbe uccise. Ho incontrato nelle piazze,  in questi mesi migliaia di donne, con magliette rosa, coccarde, che testimoniano con la loro voglia di vivere come questa malattia si possa aggredire e sconfiggere.

Il piano nazionale di prevenzione deve essere attuabile in ogni parte del territorio nazionale. Troppe rimangono le differenze per l'accesso agli screening e in qualche caso alle cure , anche tra aziende e aziende, tra regione e regione. Sconfiggere l'annoso problema delle liste  d'attesa e in alcuni casi dell'appropriatezza delle prestazioni  è uno degli obbiettivi principali del Patto della salute, obbiettivo che si può raggiungere con una più efficiente programmazione e una migliore governance.

Quindi, caro presidente, il primo messaggio che voglio dare qui come ministro è un messaggio di speranza, di fiducia nella medicina, nella ricerca, nella scienza.

Il decisore, sia esso il governo o chi gestisce i territori e l'amministrazione della cura, deve mantenere massimo l'impegno a dare accesso a tutti alle straordinarie possibilità che oggi la scienza ci mette a disposizione. Ricordo che abbiamo dimezzato i termini entro i quali l'Agenzia italiana del farmaco deve dispensare i nuovi farmaci innovativi per curare malattie gravi come il cancro, per sconfiggere un nemico di tutti : l'eccesso di burocrazia.

Ma non c'è solo la scienza per sconfiggere la malattia, c'è anche l'umanità. Milioni di volontari che ogni giorno aiutano le famiglie, le persone sole,  accompagnano  i percorsi di guarigione che cominciano negli ospedali, finiscono poi a casa e spesso ti seguono anche negli anni successivi.  Volontari a cui va il nostro ringraziamento e senza i quali non potremmo pensare o solo immaginare di ingaggiare una guerra sistematica al cancro.

Credo che questo sia un modo globale  di affrontare il tema della lotta al tumore. Quindi il compito che deve svolgere l'amministrazione è una buona programmazione delle aziende che sappia integrare ospedale e territorio. Ci focalizziamo sempre  giustamente sulla cura , ma poco sull'organizzazione dell' assistenza territoriale che permette di non lasciare soli  pazienti e le loro famiglie in un momento così difficile. Una lotta che spesso è lunga, estenuante e che coinvolge tutto il nucleo famigliare.

  In questi ultimi anni la ricerca ha portato un cambiamento non solo tecnico ma anche culturale e ha ridotto in modo drastico le sofferenze dei malati e dei familiari. Obiettivo irrinunciabile è quello di promuovere all'interno delle strutture sanitarie approcci centrati sulla persona, che siano ispirati da principi che mirano ad accrescere la comunicazione con i pazienti ed i familiari. 

E' per questa ragione che ho voluto inserire tra gli argomenti centrali del nuovo Patto per la salute i temi delle cure palliative, della terapia del dolore ed il tema dell'umanizzazione delle cure. 

Questa giornata ci fornisce la grande opportunità di parlare della ricerca, che non può continuare ad essere considerata un costo per il sistema economico nazionale. La ricerca è un valore, anche economico. Investire in ricerca , significa puntare su intelligenza e conoscenza, coniugare la nostra tradizione culturale e scientifica con la produzione di un modello industriale. È un modo "etico "di investire e fare crescere il Paese.

La ricerca è motore di crescita, già  oggi produciamo l'11% dei principi attivi a livello mondiale, ne esportiamo l'85% verso Stati Uniti, Europa, Giappone. Siamo già un'eccellenza. Dobbiamo spingere questo agente di sviluppo.

Il Ministero della salute sta investendo 136 milioni di euro nel bando della ricerca finalizzata, mentre altri 60 milioni di euro sono destinati ai giovani ricercatori al di sotto dei quarant'anni. Il finanziamento della ricerca oncologica attraverso la ricerca corrente è valsa, dal 2008 al 2012, circa 50 ml di euro anno; nello stesso quadriennio altri  8 milioni di euro l'anno sono stati destinati ai soli IRCCS oncologici  mentre 16 milioni sono andati a tutti gli altri partecipanti (Regioni, aziende ospedaliere) ai quali il conto capitale ha destinato nell'ultimo biennio altri 6 milioni di euro anno. L'investimento complessivo è intorno ai 55 milioni per anno per i soli IRCCS oncologici. Non sono certo le cifre che si mobilitano in paesi come gli  Stati Uniti, per questo dobbiamo pensare a modi nuovi di attrarre investimenti nella ricerca che deve diventare una nostra priorità : ci aiuta infatti ad aumentare il benessere dell'Italia sia dal punto di vista della salute, sia da quello delle economie ad essa collegate.

I dati, le cifre, le scoperte, ci dicono che la lotta contro questa malattia, in parte già sconfitta, può segnare quotidianamente punti a favore di chi la combatte. Ogni anno portiamo un risultato nuovo che ci dà coraggio, forza, che ci porta soprattutto speranza. Abbiamo il dovere di salvaguardare e rinnovare il nostro SSN nella prospettiva del paziente, ma  soprattutto abbiamo il dovere di costruire un cammino per la nostra ricerca che ci faccia guardare avanti, verso nuovi traguardi".

 

 


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